martedì 27 ottobre 2009

Resistere nelle organizzazioni



Oggi vorrei parlare di resilienza, un concetto che trova sempre più applicazione ad ambiti di studio diversi, clinici, sportivi ed oggi anche organizzativi.


Pietro Trabucchi (1), psicologo dello sport e consulente aziendale,
definisce la resilienza come

"la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino"


Essa è quindi connessa ad aspetti motivazionali del nostro agire di fronte a situazioni difficili, avverse, stressanti.
Resistere, persistere vuol dire rimanere saldi nei propri propositi ma anche qualcosa in più.

Come sottilinea anche la dott.ssa M. E. Magrin, psicologa e docente all'Università Bicocca di Milano (2)
"Il processo (di resilienza) si caratterizza ...non solo per un’elevata
capacità di resistenza ... ma è altresì connotato da uno spiccato
orientamento alla ‘trasformazione’ che consenta lo
sviluppo verso una nuova condizione più vantaggiosa "
E' questo aspetto trasformativo ciò che vorrei sottolineare come grande risorsa nei contesti organizzativi.
In particolare, come supporto al lavoro di costruzione e ricostruzione di senso del proprio lavoro che in maniera infaticabile e costante ognuno di noi è chiamato a fare per il mantenimento del proprio ed altrui benessere psico-fisico.

Catia Conti

(1) Pietro Trabucchi: "Resisto dunque sono", Corbaccio editore, 2007
http://www.pietrotrabucchi.it/resilienza.asp
(2)M.E. Magrin: "Dalla resistenza alla resilienza: promuovere benessere nei luoghi di lavoro"
Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia
Supplemento A, Psicologia
2008; Vol. 30,

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